I funghi in Val Noveglia - Gravago

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GEOGRAFIA
I FUNGHI IN VAL NOVEGLIA

Andar per funghi...
(Vittorio Martellotti)


  
La Val Noveglia, la nostra magnifica valle! Appena varchi il S. Donna,  ti si apre davanti agli occhi nel suo totale splendore, verde, rigogliosa, con rii e boschi infiniti, boschi che ti sanno regalare i suoi migliori tesori, i nostri funghi porcini.
Si parte dai secolari castagneti per finire nelle lussureggianti faggete, passando dalle querce. Ed ognuno di questi luoghi riesce a donarti un porcino diverso: i classici "biondi" dei castagni, eccezionalmente profumati e robusti adatti per essere seccati e per donare sapore ai tuoi risotti invernali; poi i "magnan" delle querce, tozzi e grossi ma soprattutto neri ottimi da friggere; infine i raffinati dei faggi, belli, austeri e sodi, ideali per finire nei vasi sott'olio... Loro son fatti così, si devono mettere in mostra!
Basta una frase sentita al bar, "sai che il tale ha trovato il primo porcino", che subito ti senti ribollire il sangue, comincia il rito, la voglia di partire ti assale. La sera prima, prepari tutto: gli scarponi, il bastone, il "cavagnu" (quello grosso perché non si sa mai…), dato che il mattino dopo, alle prime luci, non puoi perdere tempo nel cercare tutto l'occorrente. Al primo chiarore del giorno tu devi essere già nel bosco, non devi permettere a nessuno di essere piu veloce di te. La notte fatichi a prendere sonno perché cominci già a fare mentalmente il tragitto, a organizzare la visita alle fungaie che devi controllare per prime. E già immagini quanti ne "caverai" in quella e quanti in quell'altra. Suona la sveglia, ma avresti potuto tranquillamente farne a meno tanto era già da un’ora che tu eri sveglio. Si parte… finalmente. Entri nel bosco di castagni che ancora quasi non ci si vede. Un profumo inebriante di muschio misto a rugiada, insomma, un profumo di bosco, ti riempie il naso e la testa; ti lasci cullare da questo momento, sei nel “tuo” bosco, nel “tuo” paradiso. Ti guardi in giro e riconosci le piante una ad una, e ti senti come quando incontri un caro amico che non vedevi da tempo. E cominci la cerca, vai dritto nella tua fungaia, quella che conosci solo tu e che non riveleresti mai neanche sotto tortura. Ti avvicini quasi con rispetto, piano piano, come se volessi fare durare in eterno quel magico momento, alzi lo sguardo e lo vedi, il tuo porcino è lì, proprio dove la notte lo avevi sognato, lo raccogli, lo guardi, lo baci, lo annusi e ti lasci inebriare dal suo profumo. Poi lo metti nel “cavagnu” e… via, il primo è andato, ora si fa sul serio. Lasci alle spalle il momento poetico e cominci la cerca frenetica; non senti la fatica, passi da una fungaia all'altra come se avessi un gps piantato in testa, macini chilometri come niente, poi, ormai, quando sei quasi sazio, ti fermi su una riva, da dove riesci a scorgere quasi tutta la vallata. Allora ti fermi un attimo per godere di quella vista, la assapori il più possibile, sai che ti deve bastare per quando tornerai in città e dovrai aspettare un’altra settimana per tornare a goderne.
Poi decidi di salire, verso i faggi… e lì entri in un bosco importante. Se i castagni erano un po’ come un mercato dove tutto è un po’... confusionario, non troppo pulito, nei faggi è come entrare in un negozio di lusso. Devi quasi chiedere permesso per entrare. Tutto perfetto, pulito! Anche lì hai le tue fungaie e lì trovi i funghi che sono bellissimi, orgogliosi, quasi vanitosi, e alla fine della giornata, che tu ne abbia trovati mille o uno solo non cambia niente, sei stanco certo, ma contento, felice di aver trascorso una giornata nel tuo ambiente alla ricerca dei cari amici porcini.
Una precisazione: i boschi della Val Noveglia sono ricchi anche di altri tipi di funghi, non certamente di minor importanza del porcino, le giallissime "galidelle", finferli per i raffinati, i profumatissimi primaverili prugnoli, le maestose mazze di tamburo imponenti e gustosissime in padella, per non parlare delle distese di funghi "matti" dai mille colori e dalle svariate forme. Per finire, vi svelerò un segreto: qualche volta, tra questi “tesori dei del bosco”, sono sicuro di aver scorto lo gnomo, il “guardiano dei funghi” della nostra fiabesca valle!
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di Vittorio Martellotti


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