Il Monte Barigazzo - Gravago

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GEOGRAFIA
IL MONTE BARIGAZZO E DINTORNI


A cavallo tra le valli del Taro e del Ceno, si estende una vasta e complessa area montagnosa gravitante sul Monte Barigazzo, 1284 m, e sull’aerea cresta che lo collega, verso Ovest, col Pizzo d’Oca, 1004 m.
Siamo nell’Appennino Tosco-Emiliano, per la precisione Appennino Parmense. Il monte si presenta a Nord come un'ampia distesa prativa, mentre il suo versante meridionale è piuttosto dirupato.

E' una delle mete estive di grosso richiamo, soprattutto per le feste qui organizzate, in primis, la festa delle Madonna della Guardia, a fine agosto.
Il ritrovo sul Monte Barigazzo, m 1284, che si raggiungeva, in passato, a  piedi, rappresenta ancora il clou dell’estate valcenese, anche perché vi confluiscono gruppi familiari di Gravago, Tosca, Mariano e altrove, Poi, dopo le funzioni religiose, ricordiamo che, fino ad alcuni decenni orsono, si ritrovavano  tutti a pranzare insieme sui prati (sotto lo stesso faggio… le stesse famiglie ogni anno).  Le tovaglie stese sul terreno, la gente seduta  o accovacciata, all’ombra dei frondosi  faggi, intenta a  chiacchierare e a mangiare  il cibo portato da casa… costituivano, quel giorno, l’elemento predominante del paesaggio. Durante il viaggio di avvicinamento al Santuario (o durante il ritorno a casa), spesso si coglieva  l’occasione per fare la raccolta di erbe medicinali, utili poi per preparare infusi durante l’anno (come, ad esempio, “l’erba della preda”, ottima per favorire le funzioni diuretiche).
Oggi si arriva sul monte tranquillamente in auto da Tosca o da Gravago.
E la chiesa per tutti è il "Santuario della Madonna della Guardia".
(in altra pagina del sito "La storia della chiesa sul Monte Barigazzo" di Ida Albianti)


Versione estiva...

...e invernale
La  festa del Barigazzo
(Archivio di Ida Albianti)


LA CHIESA DEL MONTE BARIGAZZO

Pubblichiamo
"Il nostro BARIGAZZO"

Pieghevole di 4 facciate,  
datato 29 agosto 1965,
a firma di don Giulio Scrivani,
parroco di Tosca.

PRIMA PAGINA (particolari)
Si può visualizzare
il pieghevole

ESCURSIONE
Dislivello complessivo in salita: 520 m


FILMATO
Presidente Nazionale AIGAE
(12TV PARMA)

FOTO
slideshow (82 foto)


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FOTO-LIBRO
Istantanee tratte
dalla Pagina Facebook
di Davide Galli


TRE POESIE...
di Valentina Selene Medici

UN FIORE

Ho visto spuntare un fiore
là, sulla cima del Barigazzo.
L'ho visto schiudersi adagio
ai caldi raggi del sole.
L'ho visto bere rugiada iridata,
l'ho visto accogliere api
e colorate, leggiadre, farfalle.
Ho ammirato la sua bellezza,
mi ha inebriato il suo profumo
e ho capito perché amo la natura.
Poi ho visto una mano sconosciuta
strappare incurante quel fiore
e gettarlo a terra distrattamente.
Non ho compreso il perché.

BARIGAZZO

Oggi nostalgia si scioglie
in accorato pianto
per il monte ormai lontano
sull’amato monte amico.
Non abbraccio alla Croce
e non carezze ai cavalli.
Non muschio profumato
non rosse fragoline
donate da mano amica.
Non leggero bacio
su labbra annerite
da more settembrine.
Non fresca acqua sorgiva
con sapore di neve sciolta.
La vita prende sue decisioni
che dure devi accettare.
Ma un ricordo sempre può bastare?

FAGGIO SECOLARE

Nel tardo pomeriggio
di un autunno lontano
sulla vetta del monte
solitario era salito
per ammirare il panorama
che ai suoi piedi s'apriva.
Lassù una stele di pietra
e una croce di ferro
che indifferente lo lasciava.
Il rosseggiare del tramonto
creste e crinale incendiava
e dello scorrere del tempo
neppure s'accorgeva.
Un brivido di freddo
lo convinse al ritorno.
Si mosse verso il basso
verso i faggi secolari.
Nel frattempo da umida nebbia
erano stati abbracciati.
Inciampò, cadde, chiamò
ma nessuno gli rispose
e la via da seguire
più non riconosceva.
Scivolando o su foglie cadute
contro un faggio si fermò.
Di continuare non se la sentiva
e il buio era ormai totale.
Appoggiò il capo alla dura scorza
mentre la mente vagava intorno.
Pensò alla vetta, alla croce di ferro
che per lui non aveva valore.
Schiuse le labbra in una preghiera
che da bambino aveva imparato.
Fra radici nodose contro il tronco
riuscì a spegnere la grande paura.
Un'alba chiara cancellò il sonno
e abbracciato il tronco ancora pregò.
Da allora chi passa dal faggio secolare
il viso del Cristo può intravedere.
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