PUBBLICAZIONI
L'EMOZIONE DEL TEMPO
Poesie
di Valentina Selene Medici,
tratte dal suo blog
Poetessa bardigiana,
ma con ascendenze gravagotte:
sua zia viveva a Brugnola
e da bambina tantissime volte, a piedi,
ha percorso il tragitto Bardi-Gravago.
E' mancata improvvisamente il 18 marzo 2022.
PARETO E’ tornata dove allora l’aria di grida, di giochi di bimbi era colma. Ma voi che fate rovi invasori che soggiogato avete l’intorno? Strappate vesti a lei che ricerca il sentiero di terra battuta che all’uscio di casa portava. A fatica la toppa accetta la chiave. Piange ruggine il cardine gemendo. Dentro il buio appena schiarito da un vetro smerigliato dal tempo orfano di scuro, strappato dal vento. Ma lei va sicura e lo trova appeso ancora al chiodo malfermo. Lo prende, lo scuote, lo stringe tornando alla luce del sole. Sbiadite ma ancora presenti parole che sua madre vergava a matita. iI litri di latte schiumosi raccolti dal casaro frettoloso le uova vendute al mercato e il guadagno riposto perché lei potesse studiare. Non importa se vesti strappate. Se ancora l’intorno invadete padroni ora lei può andare felice col tesoro, stretto sul cuore. |
CERRETO La casa di sassi era più su oltre la curva. Attorno foraggeri campi e spighe dorate quotidiana sicurezza. All'età scolare più volte al giorno era percorsa la vecchia strada che la maestra un mondo nuovo apriva. Un’unica stanza per molti bimbi circondata da profumi d'erba fresca e fiori spuntati lungo i fossi quando primavera tutto risvegliava. Nell'inverno presto il padre s’afrettava ad aprire un sentiero nella neve perché il sapere non poteva mancare. Chilometri e chilometri che allora non stancavano. Poi nella vita altre strade ha percorso e la vecchia strada quasi dimenticata. Ma oggi è qui a raccontare cose che alle menti dei giovani nipoti sembrano impregnate della dolcezza che solo le fiabe sanno conservare. |
LAVACCHIELLI Case di pietra Abbandonate case di pietra d’improvviso ho scoperto tra rovi e alta erba incolta alla fine dell’incerto sentiero. Stipiti scolpiti da mani operose che con duro lavoro altrove prestigio hanno trovato. Cespugli di rose profumate vicino agli usci sfondati che invano attendono ignare una presenza gentile a curarle. Occhi vuoti a guardare il passato pulsanti di antichi ricordi. Mi allontano in silenzio per non disturbare i vaghi sentori di speranze per una vita meno grama e incerta che aleggia nelle stanze vuote fremendo fra vetri spezzati. |
MONASTERO Invita alla sosta il sagrato della chiesa segnata dal tempo. Non suoni, non canti. Il silenzio cinge l'intorno. Rintocchi riempiono l'aria. Mezzogiorno che unisce la gente. Un pane è fra le sue mani, ha il sapore di benedizione, rinfranca il corpo e la mente. Pochi passi, i gradini, il dolce profumo l’accoglie del frambo, già gonfio, maturo. Tentazione, non trova diniego. La fonte da sempre zampilla donando le acque profonde dissetanti per tutti i passanti. Deve andare, che rapida è l'ora. Un saluto ai cari dormienti un pensiero al vivo passato e la mente che cerca un appiglio per fermare una goccia che preme. |
TREBBIATURA Profumo nell'aria di torte nostrane, di riso, patate e anche di erbette. Pancetta stagionata, con la riga rossa conservata in cantina, per l'occasione. Il sugo borbotta pian piano le tagliatelle, stanno aspettando. Vociare di grandi e piccini tutti pronti a dare una mano. Là, al centro dell'aia, come regina la trebbiatrice, già scalda il motore. Grandi sacchi, con la bocca aperta accolgono il cadere di chicchi preziosi. Ampi gesti, per seminare sperando, che coltre, fosse la neve e che il gelo, non bruciasse piantine. Pane quotidiano è il risultato dalla madia tolto e sul tavolo posto. Da femmineo gesto, la benedizione. . Per diventare cibo di Dio. Polvere, sudore, cappello in testa e labbra asciutte da bagnare. che il mezzo vino rinfrescava. Forza, che domani c’è un’altra aia. Ricordi di un tempo passato. Non computer, rete o TV. Comunicazione era condivisione… |
PIANELLETO Un rovo da spine difeso ferma il mio cammino mentre assorta avanzo nel bosco di alberi annosi Sembra mi voglia dire di cercare tra ombre e foglie. misteri di un passato distante e in cambio gentile offre more succose e nere. Scorre lo sguardo attorno fra fronde e rugosi tronchi e d'improvviso ecco quello che scoprire dovevo. Quattro mura di pietra che il tempo sta sgretolando Scuri caduti fra erba seccata e rinata ancora. Un albero alza la fronda dove il tetto più non esiste Allarga i rami sopra quasi a voler proteggere chissà quali memorie. Chissà chi qui viveva? Chissà se sono partiti in cerca d'incerta fortuna o se hanno atteso invece del destino l'ora sicura. Nessuno che mi dia risposte . Ma qui una bimba viveva... E' un piccolo zoccolo di legno forse da un nonno intagliato rimasto su un davanzale che caparbio l'ha trattenuto. Allungo la mano ma in fretta la ritraggo. Non posso mutare il destino di una cosa non conosciuta. Mi volgo al richiamo del bosco ma prima una dolce mora ancora tinge le labbra. |
PIEVE DI GRAVAGO Ho camminato per boschi e prati in questo giorno di fine estate e ora mi offre riposo l’ombra della Pieve. Garriti di rondini intorno al campanile, preparazioneper il prossimo viaggio? Immergo lo sguardonei colori del tramonto, lasciando fluire ricordi mai sopiti. Ero bimba che assorbiva emozioni e ancora oggi non sono mutate. Come allora spargo briciolea passeri, che senza timore si fanno attorno. chi dentro ha amore? Si allungano ombreche invitano alla partenza. Un’Ave Maria sussurro.Un bacio rivolgo all’alto. Il desiderio di un prossimo ritorno accompagna il passoche s’allontana. |
L’ALBA A VENEZIA Mattino d’agosto, ore 5. No, oggi no… avrò tempo domani per restare più a lungo nel piacevole mondo dell’inconscio. Ora voglio aspettare Lei con i gomiti appoggiati al davanzale di una finestra in una vecchia casa. Un refolo fresco mi accarezza poi va a insinuarsi fra le foglie degli alberi che sporgendomi quasi posso sfiorare. Un corvo lancia il suo richiamo, un compagno gli risponde in lontananza. A destra un muggito ripetuto forse il buongiorno a una presenza amica. Motore di trattore, sudore e fatica. Non rumori, ma suoni ed io respiro silenzio e quiete. D’improvviso ecco incomincia dapprima solo rosea spennellatura su vergine tela e adagio, in diretta, l’opera si compie. Dipinto d’Autore. Affascinata mi ritrovo a sussurrare: “L’ho vista, ho visto l’alba dalla persiana aperta di una casa di Venezia”. |
NONNA MARIA Aveva molti anni la mia nonna Maria, quando da bambina a piedi con mia madre alla Brugnola da lei in visita si andava. Lunga era la strada ma il camminare non pesava. La vita molto amica mai le era stata che miseria guerra e dispiaceri non erano mancati. Con vesti nere e fazzoletto alla nuca annodato seduta sulla panca accanto alla stufa la trovavo.. Oppure nella stalla seduta a "fare foglia", lavoro che ancora le riusciva. Felice i doni preferiti accettava. Una scatoletta di tabacco da annusare e compresse per il mal di testa. Aveva poca forza,ma pelle liscia quando l’abbracciavo e così nei cari ricordi è rimasta. |
ALTRE LIRICHE ........................................... ........................................... EMIGRANTE........................................... |
lirica composta appena scomparso Sei volato via su lunghe ali di sofferenza e mi hai lasciata sola a vagare col pensiero su dove ritrovarti un giorno. Sarà forse una piccola isola da scoprire dove il mare intorno alterna tempeste e bonacce? Sarà forse un’ampia valle con pietre, calanchi e campi seminati, un declivio ricoperto di piccoli fiori gialli, uno strano fiore con petali grassi a cinque punte e al centro un piccolo cuore a ripetere il giallo, con un sentiero lungo come una vita, a tratti piano e a tratti pietroso? Sarà il monte amato dove la grande Croce attendeva un nostro abbraccio di fede? Dove abbiamo impresso orme su neve diamantata dal sole? Era un sette gennaio ormai lontano. O forse sarà un luogo di luce, musica e pace? Nulla ora mi è dato sapere. Ma nel giorno scritto sarà la tua mano a prendere la mia per condurmi dove ricongiungerci. Ciao, Luigi! ------------ Valentina Selene Medici Noceto - PR 20 settembre 2021 |