Parroci - Gravago

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STORIA
I PARROCI



Archivio fotografico di Alberto Mordonini


DON LUIGI FRANCHI

RICORDI... LONTANI

L'Arciprete Don Luigi Franchi (parroco dal 1886 al 1937) è mancato nel lontano 17 maggio 1937, dopo 52 anni di laborioso e proficuo ministero nella Parrocchia di Monastero di Gravago.
I suoi ultimi anni erano stati segnati dalla sofferenza e dalla malattia, eppure questo esemplare Pastore del Vangelo si è speso fino all'ultimo giorno per i suoi parrocchiani, sia con la preghiera e l'assistenza ai morenti sia donando alle famiglie più povere le offerte che riceveva per le necessità della Chiesa.
Ora non ci sono più coloro che lo hanno conosciuto personalmente, ma questo sacerdote ha lasciato una profonda traccia nella nostra storia locale, come ci hanno raccontato i nostri nonni che lo hanno stimato e rispettato.
La sua tomba nel cimitero di Monastero è ancora visitata da molti per una preghiera di suffragio e un fiore, come quella di un padre molto amato e onorato. (Almerina Sozzi)





DON LUIGI SQUERI

COMMEMORAZIONE  
nel 50° anniversario
24-11-2019



Per far rivivere di gratitudine e memoria la figura di don Luigi Squeri (parroco di Pieve e Monastero dal 1937 al 1969), occorre essere in tanti: la deferenza del parroco don Luigi Brigati riunisce la nostra comunità per ricordare il suo predecessore, che ha segnato la storia della val Noveglia.
Dal profilo biografico, delineato da Almerina Sozzi nel libro di don Luigi Brigati, emerge la figura dell'Arciprete don Luigi Squeri dedito alla parrocchia e al territorio per dotarlo dei servizi di base con ricchezza di proposte, con la forza di attuarle insieme ai parrocchiani fedeli e operosi.
Al tempo, non solo in val Noveglia, la parola del sacerdote era riconosciuta autorevole, accolta e sostenuta senza esitazione, anzi con il sincero desiderio di realizzare per la Chiesa segni di fede e di bellezza, di testimonianza nel tempo. Pertanto, al di là degli interventi politico-sociali che hanno caratterizzato i 35 anni di vita parrocchiale di don Luigi Squeri,sulla base di documenti da lui stesso redatti, così come aveva scritto la Storia del Seminario  di Bedonia, in stile alto, incisivo, memorabile, si ricordano alcuni fatti promossi nella parrocchiale di Pieve-Monastero.
Era un uomo d'azione. Non era temporeggiatore. Capace di molte idee, sapeva trovare i mezzi di attuazione e anche le persone che esortava con la parola, con lo sguardo, senza luogo alla replica.
Ripercorriamo alcune pietre miliari del suo cammino pastorale tra noi,di cui vedremo, tra poco, anche la testimonianza fotografica.
- Per il 4.5.6 giugno 1943 organizza a Monastero il Convegno degli Angeli, indetto dal vescovo mons. E.Menzani, riservato alla Montagna, ambiente da cui erano partiti molti emigrati e, a causa della II guerra mondiale, numerosi soldati, come si può vedere nel quadro fotografico che raccoglie il profilo identitario dei nostri arruolati sui diversi fronti. La gente di montagna, angosciata dall'incertezza di notizie e destino dei propri cari, avrebbe trovato conforto nella preghiera, nel dialogo con gli Angeli. Numerose le schiere dei messaggeri di Dio indicati nella Bibbia. A noi familiari, l'angelo custode e l'angelo patrono: il nostro monastero benedettino è dedicato a S.Michele, un Arcangelo insieme a Gabriele e Raffaele.
Migliaia di fedeli, rappresentanti di 22 parrocchie, attorno al vescovo, con le autorità e l'intervento dell'on.G. Micheli che documenterà l'evento su "La Giovane Montagna", tutti si sentono uniti in un rito propiziatorio contro l'immane guerra, tutti implorano la protezione degli Angeli sui soldati al fronte, sulla popolazione civile, sulle città e le opere umane che difendono la vita. Nel clima di fede ed entusiasmo creatosi il Vescovo e il parroco consacrano Gravago e la sua popolazione al santissimo cuore di Gesù attraverso la Madonna Immacolata. E' documentato a stampa l'inno composto e cantato durante il Convegno da un coro a cappella.
Dopo l'8 settembre, la lotta partigiana, la gloriosa battaglia di Osacca del Natale '43, il rastrellamento tedesco dal 17 al 24 luglio '44 che costringe anche il parroco al rifugio sotterraneo per sfuggire al pericolo, dopo la rappresaglia del gennaio '45 durante il quale i tedeschi fucilano Ettore Ricci nei campi innevati di Pieve, si giunge, finalmente, alla Liberazione del 25 aprile.
L'Arciprete può dedicarsi a molteplici opere di rinnovamento delle due chiese.
- I bambini delle scuole di Monastero e di Brè, grati per aver avuti salvi dalla guerra genitori e fratelli, s'impegnano in tante recite e questue per dotare, nel '46, la chiesa di Monastero della statua del Sacro Cuore con S.Luigi e S.Antonio, opera lignea scolpita in val Gardena.
- Nello stesso anno, in vari punti della parrocchia, viene predicata una "Grande Missione" dai Padri Cappuccini che intendono rinsaldare la fede negli uomini pacificati.
La generosità e l'iniziativa dei fedeli si concretizzano in oggetti di arredo sacro quali:
- cancellata in ferro battuto per i battisteri di Monastero e Pieve;
- restauro del Tronetto per esposizione SS. Sacramento;
- offerta da parte della popolazione di un calice in oro, argento e smalti a ricordo del XIX sec. della Redenzione;
- realizzazione di raffinato prezioso calice in oro e argento, dono dei fedeli e dello stesso don Luigi Squeri per il decennale della sua ordinazione sacerdotale;
- dono collettivo di importante pisside con coppa in oro, sostenuta da colonnine d'argento e figure scolpite delle virtù teologali, fede, speranza, carità e della Pietà e del Mosè michelangioleschi; alla base della stessa sono incisi i nomi degli offerenti a suffragio di persone care o quale omaggio e ricordo di nozze;
- potenziamento della campana maggiore a Monastero.
Intanto, per la chiesa di Pieve, l'Arciprete pensa di far costuire un nuovo battistero in marmo bianco di Carrara.
E' questa la buona occasione per un progetto più alto: visto che dal duomo di Carrara erano stati rimossi alcuni altari del Seicento, l'Arciprete vuole donare una di queste gemme alla sua Pieve di Gravago. La motivazione era scolpita nel suo animo e risaliva al rastrellamento tedesco del '44: nascosto e trepidante nel rifugio sotterraneo, insieme ad un parrocchiano aveva fatto un voto alla familiare Madonna di S.Marco, venerata nel santuario di Bedonia: erigerle un altare conveniente che dicesse nei secoli la gratitudine di un popolo scampato da rovina di guerra.
Mentre studia i mezzi materiali e pecuniari per acquistare e trasportare l'imponente altare da Carrara a Pieve, egli organizza la processione valliva della Madonna Pellegrina, che dal santuario di S.Marco di Bedonia viene in visita, accolta da archi di trionfo e fervore, accompagnata da angeli e stella, alle piccole frazioni di Gravago nei giorni 7-8 giugno 1948. Mons.Ersilio Menzani segue la Madonna, inaugura e benedice le opere compiute da don Luigi Squeri e dai parrocchiani, compreso un potente altoparlante installato nel sagrato di Pieve e l'impianto fonotelegrafico dell'ufficio postale di Noveglia, inviando il primo messaggio al papa Pio XII.
Grazie alla collaborazione eroica di molti parrocchiani (l'unione fa sempre la forza!), l'altare-monumento giunge a Pieve. Sovrastato da nicchia con statua della cara Madonna di S.Marco, viene innalzato dai marmisti di Carrara aiutati da artigiani del posto con prestazioni gratuite. La Consacrazione avviene il 17 agosto1949 da parte di mons. Umberto Malchiodi (tutto è documentato nel volumetto, "Monastero e Pieve", 1949, edito da don Squeri, che si può leggere in altra pagina del sito).
- Nel 1956 anche la chiesa di Monastero viene dotata di nuovo altare con balaustra in marmo bianco intarsiato.
- Nel 1963, con grande festa che accoglie anche fedeli e sacerdoti delle parrocchie limitrofe, viene celebrato il 1° centenario della ricostruzione della chiesa di Pieve.
- Infine si rimarca un'opera immateriale ma non meno importante: l'Arciprete -lo chiamavamo tutti così-  era convinto sostenitore della scuola e della cultura; trovandosi a fare i conti con un ambiente lontano da centri urbani, aspro e povero, non vedeva in questo un limite, cercando anzi di promuovere agli studi i ragazzi del suo tempo. Diceva “osa sapere","pur se costa fatica, osa conoscere". Li incoraggiava, li convinceva ad uno ad uno.
Abbiamo ricordato quanto don Luigi Squeri ha fatto fare per le chiese di Pieve e Monastero che erano unica parrocchia.
Anch'egli sapeva ricordare. Della manovalanza locale volontaria, di figure educative, di organizzatori solerti e geniali, di benefattori, di amici di sventura bellica e di vittime, l'Arciprete, nei suoi testi, scrive puntualmente nome e cognome, forse per riconoscerli, forse per ricordarli al Padre che è nei cieli. (Ida Albianti)

Qualche foto dell'evento
di Luciano Berzolla
MONASTERO, 24 -11-2019

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DON LUIGI BRIGATI


IL NOSTRO DON LUIGI
(parroco dal 1969)


Don Luigi Brigati, ritratto di Domenico Allodi
 
Don Luigi Brigati nasce a Casale di Tornolo il 15 Maggio 1938.
Nel 1949 entra in Seminario di Bedonia dove frequenta la quinta elementare, il ginnasio e il liceo. Poi 5 anni di teologia in Seminario a Piacenza. Viene ordinato sacerdote a Salsomaggiore il 6 Giugno 1965 e il 17 Giugno celebra la prima S. Messa a Casale di Tornolo.
Per qualche mese diventa segretario del Vescovo e nel settembre del 1965 viene mandato nella parrocchia dei Santi Angeli, nella periferia di Piacenza, dove fa il vice parroco, collaborando col parroco Don Aldo Berzolla.
Dal 1967 viene trasferito nella parrocchia di Santa Teresa a Piacenza città.
Nel 1969 entra nella chiesa di Pieve di Gravago il giorno della festa di Sant'Anna, e celebra la sua prima Messa nella nostra valle.
Inizia così un cammino che, nel 2015, gli permette di festeggiare 50 anni di sacerdozio nella chiesta di Monastero.
Don Luigi riesce a farsi voler bene da tutti i parrocchiani sin da subito. La sua dolcezza e la sua gentilezza fanno sì che lui possa trovare l'affetto di tutte le famiglie. Tutte le persone che si sono rivolte a lui, per ricevere i sacramenti, hanno trovato sempre massima accoglienza. Nelle sue parole di ogni celebrazione risuonano a gran voce frasi che riempiono il cuore, come “Amatevi gli uni gli altri come Lui ha amato voi”. Se una persona non sta bene e se qualche parrocchiano è in ospedale, ecco che Don Luigi invita a pregare per chi soffre e  fare la visita al malato è d'obbligo.
Il nostro pastore cerca di fare il possibile affinchè i suoi parrocchiani rimangano vicino a Dio e alla chiesa. Vive anche momenti difficili: la chiesa di Monastero viene chiusa perchè non in sicurezza. Lui non si arrende, lotta ogni giorno per farla riaprire e, per avvicinarsi alla gente, celebra la messa nella baita di Noveglia. Sono quattro le chiese che deve “seguire”: Pieve, Monastero, Comune Stradella e Campello. Le difficoltà e le spese di mantenimento sono tante, ma Don Luigi c'è e celebra messe in ogni parrocchia, nonostante i suoi 80 anni e con tanti problemi di salute. Ogni giorno dimostra ai suoi parrocchiani che non bisogna mollare mai; anzi si deve sempre lottare per il bene della nostra comunità.
Quante parole servirebbero per descrivere Don Luigi! E non riuscirei a dire tutto. Fra i suoi tanti desideri c’è sempre stato quello di far sì che la messa fosse cantata. Tante volte mi ha espresso  il sogno di avere un coro. Ed un giorno una minuta ragazza di Milano di nome Emy entra in chiesa e canta con amore. Da qui inizia con una chitarra e un gruppetto di 4 persone a preparare qualche canto. Con il passavoce... in poco tempo nasce il Coro di Gravago con voci della vallata dalla Val Noveglia e Bardi. Il gruppo si fa forte e riempie le chiese delle valli durante tutte le sagre. Il canto diventa una preghiera e Don Luigi è felice di aver realizzato un desiderio.
Purtroppo Emy affronta una terribile malattia e viene a mancare. Il coro perde la sua forza, ma Don luigi è ancora qui, pronto a farlo ripartire.
Che dire? Come si fa a non aiutare Don Luigi? Io voglio credere, insieme a lui, che non si debba mai perdere il coraggio, ma sempre tr(ovare la forza per continuare. Voglio solo dire un’ultima parola: grazie, don Luigi!
(Gabriella Speroni)



GAZZETTA DI PARMA, 21 aprile 2023

 
Incidente a Bardi:
auto fuori strada, è morto don Luigi Brigati,
parroco di Noveglia. Aveva 85 anni

 
Incidente questa mattina a Baracca Ceno (località vicina al ponte fra Bardi e la val Noveglia): un'auto è finita fuori strada. Per soccorrere l'84enne rimasto ferito in modo grave è intervenuto l'elisoccorso, ma, purtroppo, non c'è stato nulla da fare: don Luigi Brigati, parroco della val Noveglia dal 1969, è morto dopo essere stato ricoverato all'ospedale nel primo pomeriggio.
La vita di Don Brigati che venne ordinato a Salsomaggiore
Don Brigati nacque a  a Casale di Tornolo il 15 maggio 1938. Nel 1949 entrò nel seminario di Bedonia dove frequentò la quinta elementare, il ginnasio e il liceo. Poi 5 anni di teologia in seminario a Piacenza. Venne ordinato sacerdote a Salsomaggiore il 6 giugno 1965 e il 17 giugno celebrò la prima S. Messa a Casale di Tornolo.
Per qualche mese divenne segretario del vescovo e nel settembre del 1965 viene mandato nella parrocchia dei Santi Angeli, nella periferia di Piacenza, dove fece il vice parroco, collaborando col parroco Don Aldo Berzolla. Dal 1967 venne trasferito nella parrocchia di Santa Teresa a Piacenza città. Nel 1969 entrò nella chiesa di Pieve di Gravago il giorno della festa di Sant'Anna, e celebrò la sua prima Messa in val Noveglia. Festeggiò anche i  50 anni di sacerdozio nella chiesta di Monastero.



PARMA TODAY, 22 apriile 2023

E' deceduto nel pomeriggio del 21 aprile all'Ospedale Maggiore di Parma in seguito alle ferite riportare in un gravissimo incidente stradale che lo ha visto coinvolto Don Luigi Brigati, l'85enne parroco di Noveglia, frazione di Bardi. L'anziano sacerdote, che guidava l'auto che è uscita di strada ed è andata a finire contro una pianta nella mattinata di oggi, non ce l'ha fatta. Dopo il trasporto con l'elisoccorso all'Ospedale Maggiore è deceduto. Don Luigi Brigati era parroco di Noveglia dal 1969. Tutta le comunità della Val Ceno e dell'Alta Val Ceno sono oggi in lutto per la sua scomparsa. Don Luigi Brigati esercitava la sua missione pastorale in 5 parrocchie: Monastero, Pieve, Comune Stradella, Campello e Lezzara. Nel 2019 si era tenuta la presentazione di un libro dedicato al mezzo secolo di Don Brigati in val Noveglia. Quando la notizia si è diffusa tutti gli abitanti delle frazioni dell'Alta Val Ceno si sono raccolti nel dolore per testimoniare la vicinanza al loro parroco.



In tempi di Coronavirus...
(aprile-maggio 2020)
trasmessa dagli altoparlanti del campanile,
per farla arrivare a tutte le case della valle!
Diretta Facebook
con la collaborazone dell'ASD Val Noveglia




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