La storia di Gravago... raccontata dai bambini - Gravago

Vai ai contenuti
STORIA
LA STORIA DI GRAVAGO...
RACCONTATA DAI BAMBINI


Come si viveva  in Val Noveglia
nel secolo scorso?

Scopriamolo, rileggendo i temi
di alcuni scolari di quegli anni
(da "Ricordi vivi da Gravago")

I temi ritrovati



“In una vecchia cassapanca, custodita in una casa ormai diroccata di Venezia, venne alla luce…“
così potremmo iniziare la nostra storia.  
Eh, sì, perché proprio dal ritrovamento, qualche anno fa, di alcuni quaderni della scuola elementare (risalenti al periodo tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60) è scaturita l’idea di "riunire" queste importanti testimonianze. Lunghe chiacchierate tra gli amici di un tempo hanno portato poi alla raccolta di vario materiale e alla stampa dello stesso.
Apriamo una breve parentesi sul luogo. Narra una leggenda che Venezia di Gravago  (Comune di Bardi, Prov. di Parma) sia stata “fondata” da alcune famiglie di autentici veneziani, i quali, durante le invasioni barbariche, pare abbiano lasciato la città lagunare per rifugiarsi in luoghi più sicuri sull’Appennino parmense.
Vera o no che sia questa leggenda, faceva un certo effetto dirsi “veneziani” in provincia di Parma! Complessivamente, negli anni ’50-’60, vi abitava poco più di una ventina di persone, suddivise in quattro famiglie: Battagliola (Cui di Frè), Bertorelli (Cui d’Finón), Cappellazzi (Cui d’Ranzàn), Ricci (Cui d’Zanantógnu).
A 1000 m s/m, il piccolo borgo  era costituito da poche case di pietra e per alcuni anni, a cavallo degli anni ’50 e ’60, ha ospitato la scuola elementare, naturalmente pluriclasse, con 8 alunni, abitanti a Venezia, Pianelleto e Michelotti. In precedenza i bambini andavano a scuola a piedi, a Brè, a circa  3 Km di distanza. L’edificio adibito a scuola (demolito nel 2019 per ragioni di sicurezza) era una vecchia cascina ristrutturata e adattata a funzionalità didattiche. Le maestre, che venivano quasi tutte da Parma, ogni lunedì arrivavano in pullman a Mariano di Valmozzola, poi, dopo una lunga camminata, attraverso il Barigazzo, Pianelleto e Pareto, giungevano a Venezia. Venivano ospitate a casa dei Battagliola per tutta la settimana e il sabato (solito tragitto) tornavano a casa. Tra le insegnanti, ricordiamo, in particolare, Miriam Fanfoni, Nicetta Zambrelli, Nella Cremaschi, Linda Dallanegra e Lucia Pacini.
A Venezia non c’era ancora l’energia elettrica e neppure la strada carrozzabile. La strada mulattiera che arrivava alla “Villa Venezia” (“Villa”, così si diceva, invece di “località”) era percorribile unicamente in jeep, e solo quando il fondo sterrato era asciutto, per le ripide salite, come la “Dürélla” sopra Michelotti.  
Nelle case, solo da poco, c’era l’acqua potabile, ma non i servizi igienici (soltanto di lì a meno di un decennio, però, sarebbe giunta la civiltà, con le essenziali comodità).
Come passavano il tempo libero i bambini? Naturalmente senza TV. La messa domenicale nella chiesa parrocchiale, a Monastero, a quasi 4 km (a piedi, ovviamente) era immancabile ed era anche un’occasione di svago, di incontro con parenti e amici di altri abitati di Gravago, una delle frazioni di Bardi tra le più popolate, allora. Frequenti erano le passeggiate nei boschi, spesso per condurvi pecore e mucche al pascolo. I giocattoli erano soltanto quelli costruiti dai genitori.  
 

 Venezia di Gravago all’inizio degli anni ‘60
 
Trascriviamo alcuni temi, risalenti al triennio 1958-’61, rimanendo fedeli agli originali, e alleghiamo qualche immagine dei quaderni, anche per dare forza probativa al racconto.
Dalle parole semplici dei bimbi, che spesso strappano un sorriso (il lessico usato e’, ovviamente, molto limitato, i contenuti per lo più scarni ed essenziali), si evince che c’era povertà, ma anche grande gioia nel gustare le piccole cose e nel condividere ogni felicità e sofferenza con i vicini di casa.
Ecco… le scoperte!
------------------------------------------

Sbuttoni, 11 dicembre 1958 - TEMA: I miei vicini di casa
SAGGIO
A Venezia vivono quattro famiglie. Mi sono tutti cari, ma la Rita e la Luisa sono le mie compagne più care e con loro percorro tutte le mattine la strada per venire a scuola. In una famiglia abita una vecchia di novantasette anni e noi bambini ci facciamo raccontare le storie. Tutti ci aiutiamo in qualunque bisogno. Quest’anno io e l’Anna abbiamo fatto il presepio e ci siamo aiutati a cercare il muschio nei boschi …
------------------------------------------

Venezia, 15 ottobre 1959 – TEMA: La nostra scuola
SAGGIO
Dopo tanti anni di sacrifici siamo riusciti ad avere la scuola molto vicina.
Adesso siamo molto contenti. Prima era una stanza brutta e buia, ma ora l’hanno aggiustata, l’hanno imbiancata molto bene e hanno messo le mattonelle in terra; hanno fatto la porta per metà di vetro così c’è più chiaro. Adesso scriviamo su di un tavolo, perché mancano ancora i banchi. Abbiamo già disegnato i punti cardinali e a me questa stanza piace molto. Adesso sono felice, perché, appena fuori di scuola, sono a casa.
------------------------------------------

Venezia, 18 dicembre 1959 - TEMA: Il mio paese
SAGGIO
Il mio paese è posto sui monti ed è molto piccolo. E’ molto scomodo, perché non ha né la strada né la luce, ma a me piace, perché ci sono nato. Adesso abbiamo la comodità della scuola e dell’acqua, prima bisognava andare a scuola a Brè e a prendere l’acqua in fondo ai prati. Ci vivono poche  famiglie, 23 persone in tutto; molte sono andate in Inghilterra.
D’inverno il mio paese è brutto, perché è tutto coperto di neve, le piante sono spoglie e i passeri tremanti dal freddo volano di siepe in siepe. Invece in primavera i prati sono verdeggianti e le  piante tutte in fiore. Chi sale al Pian Ciliegia vede Varsi, Bardi, Parma e anche i monti del Trentino e quelli per andare in Svizzera. A me il mio paese piace molto.  
------------------------------------------

Venezia, 8 febbraio 1960  - TEMA: Come passo le domeniche
SAGGIO
Alla mattina mi lavo per bene, mi vesto e mi pettino e poi vado alla dottrina a Monastero, mi confesso e durante la Messa faccio la S. Comunione. Finita la Messa, vengo a casa insieme ai miei amici e durante il viaggio (dura un’ora e mezzo) giochiamo. Arrivato a casa, mangio, faccio i compiti e studio la lezione. Dopo gioco con i compagni… Verso sera con gli amici vado nei boschi a prendere le pecore e le porto nella stalla. Dopo cena vado a filosso, gioco a carte e poi vado a letto. Dico le preghiere e mi addormento sereno.
------------------------------------------

Venezia, 12 aprile 1960 - TEMA: I miei compagni della scuola di Bre’ dello scorso anno
SAGGIO
L’anno scorso frequentavo la scuola di Brè; per andare a scuola percorrevo circa 3 Km di strada a piedi. Eravamo in 16 bambini e ci volevamo molto bene.
Alla mattina partivamo da Venezia molto presto e, quando arrivavamo a Brè, i nostri compagni erano già là, ma non avevano ancora preparato niente. D’inverno li aiutavamo ad accendere la stufa e dopo, quando tutto era pronto, arrivava la signorina e cominciavamo la scuola. Tutte le mattine la signorina andava alla S. Messa a Monastero e noi, intanto che l’aspettavamo, giocavamo nel prato del parroco, di fronte alla scuola. A mezzogiorno uscivamo da scuola e tornavamo a casa. Una volta ci siamo fermati a giocare durante il viaggio e siamo arrivati a Venezia che era buio e c’erano le stelle. I nostri genitori erano molto preoccupati e ci hanno sgridati tanto.
------------------------------------------

Venezia, 5 giugno 1960 - TEMA: Una passeggiata nel bosco
SAGGIO
Il bosco è  bello, perché è tutto ombreggiato. Ci sono piante alte e grosse e lassù, fra le cime dei rami, covano i corvi e le gazze. Io nel bosco ci vado volentieri e ascolto il cinguettio degli uccelli. Mi dice mia nonna che gli uccelli mangiano un chicco di frumento, ma ne aiutano cento, distruggendo insetti nocivi. Noi bambini alle volte prendiamo  gli uccelli e li mettiamo in gabbia. Poverini!
Nel bosco si vedono le api che volano sulle gaggie in fiore, cercando polline e nettare; si possono vedere anche le formiche molto affaccendate nel loro duro lavoro.  
Sotto le piante nascono i funghi mangerecci e quelli velenosi. Le chiocciole mangiano molto volentieri i funghi e così anche le pecore che, quando trovano i funghi, si affannano e si spingono per mangiarli.  
Nel bosco abitano molti ragni, che costruiscono lunghe ragnatele per acchiappare mosche e insetti. Quando soffia il vento i ragni vanno bassi, quasi a terra, e quando arriva qualcuno stanno sempre pronti per fuggire.
Crescono anche molte fragole fragranti e saporite. Noi bambini le raccogliamo molto volentieri per mangiarle con lo zucchero e il pane fatto nel forno.
Gli scoiattoli intanto mangiano le nocciole e scappano veloci.
Il bosco è bello soprattutto d’estate, ci porto spesso le pecore e le mucche, perché trovano tanta erba e foglie da brucare, e mi diverto tanto con i miei amici. E’ bello respirare l’aria fresca delle nostre montagne...
------------------------------------------

Venezia, 18 ottobre 1960 - TEMA: Cosa farò quando sarò grande
SAGGIO
Quando sarò grande, se potrò, andrò all’estero. Mi piacerebbe fare il cameriere o il cuoco e andare in Inghilterra, dove ci sono i miei parenti, che mi vogliono tanto bene.
Andrei all’estero solo per guadagnare soldi e farmi una casetta in città, dove ci sono tutte le comodità, molto più di qua.  
Se avrò la fortuna di guadagnare, la mia passione sarebbe di comperarmi una macchina per fare delle belle gite.
------------------------------------------

Venezia, 10 marzo 1961 - TEMA N. 8: Cronaca del giorno di vacanza
SAGGIO
Ieri, giovedì, non siamo andati a scuola, perché la maestra era andata a Bardi.
Io alla mattina ho curato le mucche, ho condotto le pecore al pascolo a Pian Ciliegia e poi sono andato a vedere arare la terra.
Poi ho vangato un po’ l’orto con mia nonna, ho fatto i compiti e giocato con i miei amici.
Nel pomeriggio sono andato di nuovo a vedere il trattore arare la mia terra.
Alla sera ho giocato a nascondino con i miei compagni. E’ arrivato poi Artemio con la jeep e c’era anche il babbo di Bruno. Io sono andato a casa e ho letto il giornale (Tuttosport) che mi aveva portato la Clotilde.
------------------------------------------

 
Altri temi, altre scoperte

Complice la soffitta, quel luogo misterioso dove trovi di tutto, è capitato, recentemente, anche a Luisa, di “imbattersi” in un quaderno di quegli anni,  datato 1963 (si frequentava a Venezia, allora, fino all’ottava classe elementare, anche se c’era la scuola media a Bardi, ma era impossibile raggiungere la sede municipale ogni giorno).  
Anche i temi di questo “tesoro ritrovato” toccano i contenuti più disparati e  diversi riguardano argomenti religiosi (come il mese mariano, la quaresima o la morte di Papa Giovanni XXIII). Un testo che, forse, ci colpisce oggi in modo particolare riguarda la nascita di un vitellino “nella stalla accanto alla scuola”. La proprietaria della mucca, per starle accanto durante il parto, chiede alla maestra se può tenere “tra i banchi”, in quel frangente, la sua bimba piccolina. Gli scolari, naturalmente, gioiscono.
------------------------------------------

Venezia, 9 febbraio 1963 - TEMA: Il mio paesello
SVOLGIMENTO
Il mio paese è Venezia. E' un paesetto di montagna. Vi sono solo quattro famiglie. Tutti gli abitanti vanno d'accordo. Nel mio paese si allevano animali: mucche, pecore, galline e conigli. Il mio paese è molto scomodo per tutto. Non ci sono né strada carrozzabile, né luce. La sola comodità che abbiamo è la fontana  e, da tre anni, la scuola. Prima, a noi di Venezia, toccava andare a scuola a Brè. Le strade sono piccole e mulattiere, piene di sassi. Noi per raggiungere la corriera dobbiamo fare un'ora di strada a piedi. Il mio paese è circondato da bellissime montagne. In estate ci si sta molto bene perché c'è una bell'aria fresca... Anche se  il mio paese è scomodo, io ci sto volentieri, perché ci sono nata.
------------------------------------------

Venezia, 22 febbraio 1963 - TEMA: Il carnevale a casa mia
SVOLGIMENTO
Nel mio paese, durante questi giorni, si preparano tutti per festeggiare il carnevale che è una festa molto allegra e  fa divertire vecchi e giovani. Nella mia frazione, domenica, si fa una grande mascherata. Mia cugina Anna alcuni giorni fa ha portato a casa i vestiti delle maschere e li ha stirati; io l'ho aiutata a cucirli dove erano strappati e ho attaccato alcuni bottoni. Domenica dopo il Vespro, appena si uscirà di chiesa, si vedrà la mascherata spuntare; ogni maschera, quando vede la gente che la guarda, incomincia a suonare e a ballare e fare versi per far ridere la gente...    
------------------------------------------

Venezia, 6 marzo 1963 - TEMA: E' nato un vitellino nella stalla accanto alla scuola
SVOLGIMENTO
Lunedì nella stalla accanto alla mia scuola è nato un bel vitellino. Nel pomeriggio noi bambini abbiamo visto un movimento di gente che andava nella stalla di Battagliola, allora abbiamo subito immaginato che ci fosse qualche mucca ammalata. Dopo un po' abbiamo visto che la signora Gina veniva a scuola con la Gabriella e ci ha chiesto se, per favore, ce la tenevamo perché stava per nascere il vitellino. Allora noi abbiamo preso la Gabriella e l'abbiamo tenuta con noi. Dopo la maestra ci ha dato un biscotto e Rita lo ha fatto mangiare a lei, che ha cominciato a tossire e ci siamo spaventati.   
Finita la scuola, sono andata nella stalla a vedere il vitellino. E' molto grosso, ha le gambe robuste e il pelo molto lungo di  colore grigio. In quel momento c'era la Gina che gli dava il latte e lui lo beveva dentro il catino, avidamente...
------------------------------------------

Venezia, 17 aprile 1963 - TEMA: E' tornata la primavera
SVOLGIMENTO
Dopo tre lunghi mesi di inverno, è tornata la primavera, la più bella stagione dell’anno. Al suo arrivo tutto si risveglia… Al mattino, quando apro gli occhi, sento gli uccelli che cantano felici, soprattutto il cuculo. E anche noi siamo felici. I contadini cominciano a lavorare nei campi, piantano le patate e seminano l’orzo. Le donne preparano l’orto. Anche noi bambini giochiamo all’aria aperta. Che bello!
------------------------------------------

Venezia, 1 giugno 1963 - TEMA: E' finito il mese dedicato a Maria
SVOLGIMENTO
...Noi, qui nella villa di Venezia, tutte le sere abbiamo recitato il Santo Rosario. Avevamo preparato l'altarino in scuola sopra a un comodino, poi ci abbiamo messo la statua di Maria Immacolata che appartiene alla mia mamma e al mio babbo e l'aveva regalata a loro il Parroco, quando si erano sposati... In tutti i paesi, e anche dove ci sono pochissime case, durante il mese di Maggio le persone si radunano e recitano il Rosario. Noi, da quando si è ammalato il Papa, tutte le sere recitiamo tre Padre Nostro e tre Gloria perché possa guarire...
------------------------------------------
 
------------------------------------------

Foto di classe - Venezia, giugno 1960 - Maestra: Nicetta Zambrelli (di Parma)
Scolari in primo piano, da sx.: Maria Rosa e Mario Battagliola (fratelli);
in secondo piano: Anna Cappellazzi, Pino Bertorelli, Bruno Paganuzzi,  
Rita Cappellazzi, Gina Barbuti, Luisa Cappellazzi.
------------------------------------------
 
Altri temi: il quadro “come eravamo” si arricchisce…

Infine, ecco alcuni temi di Vilma Romitelli, che è nata a Gravago e qui ha vissuto da bambina, frequentando anche,  per alcuni anni, la scuola elementare di Monastero con la maestra Giustina Belli, di cui ha un ottimo ricordo, come degli amici di Gravago.  I testi ci forniscono altre interessanti notizie sulla vita degli abitanti di Gravago e sui rapporti tra le persone, improntati, come appare anche dai temi di Luisa e Pino, sull’aiuto reciproco, non solo “in caso di bisogno”, in un periodo in cui la povertà esteriore coabitava con la gioia per le “piccole cose”. Sì, eravamo felici. Erano momenti in cui, davvero, il verbo “essere” era molto più importante del verbo “avere”.
Tra le notizie che ci fornisce Vilma,  in particolare, notiamo la sua condizione di immigrata, ben accetta e integrata nel territorio. Interessanti le informazioni sulle condizioni di vita del mulattiere, un mestiere ormai quasi del tutto scomparso sull’Appennino, ma anche quelle riguardanti la scuola elementare di Monastero.

------------------------------------------

Monastero,  16 novembre 1960 - TEMA: Il pranzo
SVOLGIMENTO
Mia mamma prepara il pranzo, di solito una pastasciutta con della carne in umido, poi la mette in una zuppiera, e questa dentro ad un canovaccio che lega nei quattro angoli. Poi infila il canovaccio con dentro la zuppiera in un bastone e se lo carica sulla spalla, a volte, invece, lo mette in testa, così può prendere per mano noi bambini. Quindi ci incamminiamo verso il bosco nel punto in cui mio padre scende per scaricare la legna e lì, insieme, mangiamo. Quando suonano le campane di mezzogiorno, di solito siamo vicini  al posto dove mangeremo con il babbo. E’ molto bello vederlo arrivare con i muli carichi di legna.  Mentre lui li scarica, noi, seduti sull'erba, pranziamo; i muli si riposano e mangiano la biada. Dopo il pranzo, noi ritorniamo a casa e il babbo riparte, con i muli legati in fila, per ritornare nel bosco a caricare altra legna.

------------------------------------------

Monastero,  12 dicembre 1960  - TEMA: La mia scuola
SVOLGIMENTO
Io abito a Roncazzuolo e vado a scuola a Monastero. La mia maestra si chiama  Giustina. Sua sorella ci fa da mangiare, mi imbocca i fagioli, perché non mi piacciono, mi fa il trenino con il cucchiaio e poi dice che c'è la galleria e io apro la bocca. La mia maestra è molto brava e ci fa suonare il flauto. A scuola  noi siamo in tanti. Vado a scuola a piedi come l'Elisabetta, l'Isabella e Pino, poi verso Noveglia incontriamo la Giuliana e gli altri. A volte facciamo la strada nuova, che è grandissima e bellissima, ma è più lunga. Quando piove forte e l’acqua nel fiume diventa alta, mio padre ci  lega sui muli e ci fa attraversare la Rosta, mentre gli altri bambini stanno a casa e questo a me non sembra giusto…

------------------------------------------

Monastero,  18 gennaio 1961   - TEMA: La mia famiglia
SVOLGIMENTO
I miei genitori sono marchigiani. Siamo venuti ad abitare qui perché mio padre è un mulattiere. Si chiama Giammaria, mia madre si chiama Triestina, io Vilma, i miei fratelli Angela, Egidio e Renata. Abbiamo nomi che qui non hanno. Io e mio fratello Egidio siamo nati qui, perché era estate e mio padre d'estate lavorava qui. Mia sorella Angela e la Renata sono nate d'inverno, perciò sono marchigiane. Io sono nata a Brugnola, Egidio alla Pieve: ci ha fatto nascere l'Alba di Roncazzuolo.
Mio padre Giammaria è molto bello. Quando torna dal lavoro è stanco, ma io mi siedo sulle sue gambe e lo pettino; lui lascia fare.  Anche mia madre è molto bella; è la donna più bella di Noveglia e mio padre è geloso. Angela è bionda e ha gli occhi azzurri, è la più grande e deve curare la Renata, che è la più piccola e piange sempre perché ha fame, ma il latte non lo può mangiare perché le viene la crosta in testa. Anche Egidio la cura, la mette nella carrozzina, le dà la spinta e poi corre dietro alla carrozzina. Però  preferiamo giocare con altri bambini più grandi. Mia sorella Angela ci porta spesso al fiume, dove ci laviamo e bisticcia sempre con Egidio che gioca e non si vuole lavare...

------------------------------------------

Monastero, 16 febbraio 1961 - TEMA: Descrivi come hai passato la giornata di ieri
SVOLGIMENTO
Ieri mattina, mentre stavo andando a scuola, all'improvviso è stato tutto diverso… si sentivano i cani abbaiare e le galline e i galli cantare forte, poi arrivò un silenzio fortissimo ed è diventato buio (1). Allora ho pensato che mia mamma si era sbagliata, che era notte e sono tornata indietro, ma stava di nuovo tornando chiaro. Ho pensato che era l'alba, però, quando sono arrivata a casa, mia madre mi ha fatto tornare a scuola di corsa perché ha detto che era tardi… Boh, io ho visto che era notte, comunque a scuola c'erano tutti...
Nel pomeriggio la mamma ci ha portato dalla Marina. Prima ci ha spiegato che dovevamo stare seduti e zitti. La Marina ha una casa molto bella. Nella cucina grande ci sono, attaccate al muro, le pentole di rame, un quadro con un cane bellissimo e  due fucili. Poi c'è un mobile grande con tante porticine, che si aprono con una chiave, che la Marina ha dato alla Renata… “Così sta brava” ha detto. La Marina ci ha fatto la torta di riso, io, però, non l'ho mai mangiata, perché noi non mangiamo come quelli di Noveglia… Il riso dolce era strano, ma buono. La Marina ha una famiglia grande, però ha tanto aiuto: una parente lava i piatti con la sabbia e i panni con la cenere, un altro va nella stalla e, quando uccidono i maiali, ci sono tante persone. Io non ho mai visto come fanno, ma si sentono i maiali urlare…
(1) il riferimento è all’eclisse totale di sole del 15-2-1961

------------------------------------------

Monastero, 22 maggio 1961  - TEMA: Noveglia
SVOLGIMENTO
“…I miei dicono che a Noveglia c'è brava gente e hanno tanti amici. La domenica andiamo spesso a Casabagaglia da altri amici. Gino gli ha prestato dei soldi e mio padre un po' per volta glieli riporta. Noveglia è molto bella, ci sono tanti bambini e noi giochiamo insieme”.


VENEZIA anni '50: Anna, Luisa, Rita e Pino
--------------------------------------


Altre notizie storiche  su Gravago
nelle pagine
e

Torna ai contenuti